30 novembre 2014

Allevamento della Moina, seconda esperienza (valutazione dei contenitori e dei predatori)

Invasione di Hydra in due colture di prova di Moina sp.


Pensando di ottenere un miglior controllo e migliorare l'alimentazione delle Moina ho posizionato due contenitori da 10 litri sul davanzale per sfruttare la luce solare, il risultato è che le pareti dei contenitori sono diventate verdastre a causa della patina algale. Questo sarebbe positivo se non per il fatto che è diventato quasi impossibile verificare la presenza di predatori come le Hydra nelle vaschette.

Il risultato è che le colture sono quasi totalmente collassate e le pareti sono piene di Hydra che si sono riprodotte velocemente, nonostante io abbia fatto attenzione ad utilizzare strumentazione pulita. Forse questi predatori vengono dall'acqua del pozzo? Non saprei perchè si tratta di un pozzo chiuso ed interrato.. non so se riescono a sopravvivere al buio. In ogni caso ho intenzione di far bollire l'acqua del pozzo quando farò ripartire le colture, e probabilmente pulirò i contenitori con acido muriatico diluito con 70% di acqua.

I contenitori da un litro si dimostrano maggiormente efficaci


Nel frattempo ho potuto valutare meglio i contenitori da un litro (quelli utilizzati per le mozzarelle) e devo dire che sono spettacolari! Restano molto più puliti e permettono di ottenere una maggiore concentrazione di Moina, inoltre si popolano velocemente ed è possibile nutrire da subito con un dosaggio standard senza doversi preoccupare troppo di sovradosare l'alimentazione.

Un contenitore da 1 litro di questo tipo può essere utilizzato dopo 10-15 giorni somministrando tutta la coltura ai pesci e ripartendo da zero con una ventina di esemplari di Moina come starter, ma si può anche procedere aspirando le Moina dal fondo (assieme ad eventuali detriti) e lasciando il 50% dell'acqua. In questo secondo caso non serve far ripartire la coltura che deve soltanto essere rarrivata con un pò di acqua nuova e può essere utilizzata ogni 5-7 giorni circa.

Il vantaggio dei contenitori da un litro è che possono essere controllati più facilmente, in caso di invasione di altre specie possono essere resettati (utilizzandoli subito e pulendo o sostituendo i contenitori).

Scelta del contenitore ideale per la coltura di Moina sp.


Probabilmente il contenitore ideale è quello che può contenere una quantità di Moina che può essere somministrata ai pesci in circa 1-2 giorni, se la quantità di Moina nel contenitore è eccessiva questo comporterà la necessità di mantenere le colture senza resettarle. Resettare le colture però è necessario per un miglior controllo ed una maggiore pulizia, quindi il contenitore deve essere obbligatoriamente proporzionato all'utilizzo che si deve fare della coltura.
In definitiva la scelta sulle dimensioni dei contenitori ricade sulla necessità di cibo vivo, faccio due esempi che possono far capire come potete organizzarvi:
  • Se dovessi alimentare 100 Trigonostigma Heteromorpha 2 volte a settimana con le moina dovrei utilizzare 2-3 contenitori da 10 litri più 3-6 contenitori da 1 litro (questi ultimi per preparare colture per il reset dei contenitori da 10 litri)
  • Se dovessi alimentare 10-20 Trigonostigma Espei 2-3 volte a settimana sarebbero più indicati 8-12 contenitori da un litro.


Prossimi esperimenti:


- ho lasciato una coltura da 10 litri invasa da Hydra, sto sostituendo le piccole planorbarius da 1 cm con fameliche Lymnea Stagnalis lunghe 6 cm per valurare l'effetto sulle alghe e sulle Hydre. Nel frattempo controllerò la popolazione di Moina per vedere se riesce a sopravvivere nonostante le Hydre.
- un secondo contenitore da 10 litri lo pulirò a fondo e farò ripartire una coltura con una maggiore pulizia generale (utilizzando trall'altro acqua bollita).


Aggiornamenti


Il contenitore con le Hydra è completamente collassato e ho deciso di lasciarlo come contenitore per l'allevamento delle Lymnea Stagnalis visto che ha ancora le pareti coperte di alghe di cui queste enormi chiocciole vanno pazze. Nel frattempo ho aumentato il numero di contenitori da 1 litro per le Moina da 2 a 8 e conto di portarli a 20 velocemente anche per averne sempre in avanzo per cederle ad altri acquariofili.
Per fortuna i contenitori da 1 litro non sono stati ccolonizzati da altri organismi quindi le colture sono ancora pure.

Il contenitore da 10 litri per ora resta inutilizzato in quanto non ne sento la necessità, magari lo tengo a disposizione per qualche coltura di Daphnia o altro.

11 novembre 2014

Parameci ed altri infusori



nota: non avendo ancora esperienze significative, questo articolo resterà per il momento una raccolta di informazioni prese dal web e di ipotesi personali, come al solito segnalerò tutte le fonti da cui prendo spunto o articoli interessanti per approfondire.

Prima di tutto vediamo alcune definizioni "molto semplificate" dei Parameci che ci aiuteranno a capire di cosa stiamo parlando e come possiamo allevarli.

I Parameci sono protozoi ciliati unicellulari altamente complessi che appartengono al regno dei Protisti (detti Protisti infusori).

I Parameci sono organismi eterotrofi, ovvero non sono in grado di nutrirsi utilizzando sostanze inorganiche, di conseguenza dovranno nutrirsi di altri organismi più piccoli. Nel nostro caso si nutriranno di batteri o alghe unicellulari di dimensioni minori di 12μm (millesimi di millimetro).
I Parameci sono organismi ciliati, ovvero sono muniti di ciglia che vengono utilizzate per il movimento e per nutrirsi (portando il cibo alla bocca cellulare)


Il termine infusori (ormai non più utilizzato e quindi improprio) indica una serie di organismi acquatici anche molto differenti tra loro che come ad esempio che vivono in acque dolci stagnanti. Il termine infusori deriva dalla caratteristica di queste acque che sono spesso un infuso di varie erbe. Ecco alcuni infusori che possono essere di nostro interesse (di cui rotiferi e parameci sono i più nutrienti):
  • Alghe (Volvox)
  • Amebe
  • Euglena
  • Paramecium
  • Rotiferi
  • Stentor
  • Vorticella

Poichè la maggiorparte di noi non si diletta con il microscopio quando cerchiamo di ottenere certe colture non sappiamo bene quali specie vivono in esse, per questo motivo spesso si cerca  di avere delle colture di "infusori" senza la pretesa di conoscere le specie allevate. Qualche volta avremo maggiori certezze sulla presenza di Parameci o di altri organismi come popolazione predominante nella nostra coltura.

Il termine infusori ci viene inoltre incontro perchè fornisce delle nozioni semplificate su quello che potrebbe essere un semplice alimento da fornire ai nostri organismi, ovvero un infuso vegetale.

Paramecium bursaria
Paramecium bursaria
foto di  Proyecto Agua https://flic.kr/p/6wa1vo

Contenitori da utilizzare e allestimento della coltura.

ATTENZIONE: In realtà tutte le colture hanno come scopo quello di fornire nutrimento ai batteri che poi verranno mangiati dai Parameci. Se questo nutrimento è eccessivo può causare il totale consumo di ossigeno e la morte dei Parameci.

I soliti contenitori da 1 litro delle mozzarelle sono una soluzione semplice ed economica a patto che siano quelli molto trasparenti. Altrimenti meglio cercare contenitori di vetro per avere il massimo di trasparenza e capire cosa avviene nella nostra coltura (una boccia in vetro da 1-1.5 litri va bene, cercheremo di avere dimensioni che non ci complicano la vita per la gestione). Alcuni allevatori preferiscono contenitori da 10 litri o più, probabilmente questo diventa necessario per grandi quantità, inoltre penso che sia possibile soltanto dopo aver fatto esperienza con contenitori più piccoli che possono essere facilmente osservati.

L'acqua come al solito deve essere priva di cloro, teoricamente va bene l'acqua che scartiamo dai cambi ma soltanto se le nostre colture sono ancora in fase di test in quanto avremo il vantaggio di inserire altri infusori nella coltura prendendoli direttamente ddall'acquario quando effettiamo il cambio. Se invece abbiamo delle colture un pò più selezionate (quindi alleviamo una specie precisa di infusori o parameci) potrebbe essere svantaggioso inserire altre specie che potrebbero entrare in concorrenza.

Un set di pipette pulite (o di siringhe) sarà necessario per prelevare infusori per nutrire i pesci o per avviare nuove colture, la pulizia (anche quella dei contenitori per le nuove colture) è necessaria per evitare altri organismi che potrebbero essere concorrenti alimentari o peggio predatori. La pulizia di materiale già utilizzato può essere eventualmente effettuata con acido muriatico al 30% (ovvero diluito con 70% di acqua).

La posizione deve essere illuminata ma mai al sole diretto, inoltre il contenitore deve prendere aria (si può utilizzare del tessutonontessuto per chiudere il contenitore lasciando filtrare l'aria)

Trovare uno starter di Parameci o Infusori


acqua stagnante in natura
acqua del nostro acquario (ideale sarebbe, se qualcuno utilizza negli acquari d'acqua dolce una sump a lento scorrimento, prelevare un pò di acqua vicino ad i cannolicchi)
starter di altri allevatori
vaso o sottovaso con acqua piovana stagnante e non eccessivamente limpida

Alcune note sulle colture


Quando il materiale vegetale comincia a decadere, batteri apparire inizialmente, poi i protozoi saranno rapidamente aumentare di numero in quanto si nutrono di batteri
Se la cultura infusori è vigorosamente aerato, l'odore sarà ridotto al minimo
Un mezzo efficace per concentrare la cultura prima della raccolta è quello di spegnere l'aeratore, quindi posizionare una piccola lampada posto accanto al contenitore di coltura e lasciare riposare la coltura. Entro 15 minuti gli infusori inizieranno a formare nubi scintillanti vicino alla luce o a formare uno strato biancastro appena sotto la superficie
Una quantità eccessiva di cibo porta al totale consumo dell'ossigeno.

Paramecium trichium
Paramecium trichium
foto di  Proyecto Agua https://flic.kr/p/78oT52

Alimentazione di Parameci o Infusori (ricette prese dal web)


Una temperatura costante di 28°C un pH leggermente superiore a 7 e del materiale vegetale in decomposizione per circa 4 giorni. Come starter è possibile prendere acqua del proprio acquario (purchè non vi siano stati inseriti medicinali recentemente), un ottimo sistema è quello di spremere la spugna del filtro per ottenerlo. Quando la coltura sarà matura dovrebbe essere leggermente opaca ma non eccessivamente, non tendente al lattiginoso e con un odore non troppo forte (che è classico della fermentazione batterica).
Un eccesso di sostanze nutrienti e una carenza di Ossigeno possono favorire la fermentazione batterica a scapito della proliferazione degli infusori. Come nutriente per i batteri necessari per alimentare gli infusori si può utilizzare della lattuga che deve essere fatta essiccare all'aria e triturata; ma ci sono tanti nutrienti che possono essere utilizzati compreso il lievito.
(fonte http://fish-etc.com/knowledge/infusoria-invisible-food-for-invisible-fish)

Buccia di mais. Conservare delle bucce di mais in frigorifero da inserire quando quelle utilizzate marciscono.
(fonte http://debunix.net/fish/JacksLiveFoodCultures.html)

Lattuga, pellet di erba medica, vegetazione bollita. Se l'acquariofilo si propone di mantenere la cultura per un periodo prolungato, ogni 3 - 4 giorni si deve aspirare il materiale organico "scaduto", che si deposita sul fondo e scartarlo, poi sostituirlo con nuova alimentazione.
(fonte http://fins.actwin.com/mirror/live-food.html#infusoria)

Infuso di fieno bollito. Eventualmente altri vegetali possono essere utilizzati, in particolare viene citato il cavolo navone che deve essere tagliato in cubetti da 1 cm di lato e fatto seccare vicino ad un termosifone o al sole (questi cubetti possono durare fino a 2 anni se mantenuti in luogo asciutto).
(fonte http://www.stelledegliiblei.it/colture2.html)

2-3 gocce di latte in 100-200 ml di acqua, lasciar riposare finchè non diventa trasparente e poi aggiungere altre 1-2 gocce di latte. Di tanto in tanto aggiungere qualche goccia di latte per rinnovare il nutrimento.
(fonte http://www.stelledegliiblei.it/colture4.html)

Una piccola manciata di lattuga tritata o fieno tritato e acqua prelevata da un vecchio acquario. La cultura dovrebbe diventare opaca in un giorno o un paio di giorni, a questo punto inoculare nuovamente un po d'acqua dell'acquario. Quando l'acqua diventa trasparente sarà possibile vedere gli infusori con l'utilizzo di una torcia.
(fonte http://www.livefoodcultures.com/microcultures.html#infusoria)

Far bollire 15-20 chicchi di grano crudo (lo trovate fra i sementi per animali o in alcuni negozi) finché il guscio si rompe e continuare a bollire per 15 minuti. Metterli con acqua e quando la temperatura è scesa alla temperatura ambiente aggiungere 1/4 di cucchiaino di lievito di birra in un litro d'acqua e conservare in luogo illuminato (senza luce diretta del sole) coprendo il contenitore senza impedire l'ingresso dell'aria. Inserire uno starter di Parameci ed attendere 2-3 settimane prima di utilizzarlo, dopo altre 2-3 settimane lo starter deve essere riavviato.
(fonte http://www.livefoodcultures.com/microcultures.html#paramecium)

Far bollire 10-12 chicchi di grano crudo (o di semi di mais freschi) e dopo che il guscio si è rotto continuare a bollire per 15 minuti. Aggiungere a circa mezzo litro d'acqua e conservare in luogo illuminato senza luce diretta del sole. Quando è a temperatura ambiente aggiungere lo starter di Parameci e attendere qualche settimana finchè la coltura è ben avviata. Ogni due settimane è possibile inserire un paio di chicchi di grano bolliti per mantenere la coltura (in ogni caso è bene riavviare un secondo starter in modo da alternarli).
(fonte http://www.livefoodcultures.com/paramecium.html)

Aggiungere acqua dell'acquario, escrementi di lumaca, materia vegetale morta e lasciare che poca luce solare (pochissimi raggi solari) raggiungano il contenitore tutti i giorni. In pochi giorni dovrebbe diventare opaco o verdastro. E' possibile aspirare pochi grammi dalla superficie facendo attenzione a non raccogliere parti solide o melmose.
(fonte http://www.petfish.net/infu.htm)

Basta prendere del muschio di java e mettero nell'acquario con i piccoli.
(fonte http://www.petfish.net/infu.htm)

A) Riscaldare un litro di acqua e immettere una manciata di fieno quando l'acqua inizia a bollire, far bollire per 15 minuti e lasciar riposare per 2-3 giorni. Aggiungere 25-50 ml di starter che aumenterà di numero nei successivi 10-15 giorni. Quando l'alimentazione degli infusori sarà terminata questi inizieranno a morire.
B) Far bollire 100 ml di acqua e poi far raffreddare, aggiungere all'acqua raffreddata 5 chicchi di grano e lasciar riposare in un piatto aperto per 1-2 giorni dopo di che inoculare la coltura.
C) Come B) ma utilizzare 5 chicchi di riso crudo.
D) Far bollire un uovo e mettere un pizzico di tuorlo (1-4 grammi) in un piccolo contenitore con dell'acqua per scioglierlo bene. Versare in un litro d'acqua (precedentemente bollito e poi raffreddato) e lasciar riposare per due giorni, poi inoculare lo starter.
E) Far bollire 250 ml di acqua per 10 minuti, lasciar raffreddare e aggiungere un pizzico di latte scremato in polvere. Mescolare bene ed inoculare immediatamente lo starter.
F) Far bollire 250 ml di acqua per 10 minuti, lasciar raffreddare e aggiungere 2 grammi di lievito di birra disidratato. Mescolare e lasciar riposare in contenitori aperti per qualche ora prima di inoculare lo starter. Una buona coltura dovrebbe svilupparsi entro una settimana.
(nota: le soluzioni A,D,E sonole migliori per la maggiorparte delle specie di Parameci)

(fonte http://www.microscope-microscope.org/applications/pond-critters/culturing-protozoa.htm)

Consiglio di inserire sempre 1-2 chiocciole nelle colture di Parameci. Per alimentare le colture già avviate basta aggiungere 5-15 fiocchi d'avena o qualche grano di lievito secco (a seconda delle dimensioni del contenitore). Conviene lasciare la coltura al chiuso con un tappo appoggiato sopra per lasciar penetrare un poco di aria ed impedire alla polvere o altri batteri di entrare.
(fonte http://www.worm-cultures.com/paramecium.htm)


Bibliografia

INFUSORIA – Invisible Food for Invisible Fish

10 novembre 2014

Raccolta delle larve di Chironomus in natura

I Chironomidae sono una famiglia di insetti dell'ordine dei Ditteri spesso confusi con le zanzare. Ne esistono tantissime specie (400 solo in Italia) che riescono a vivere in forma larvale in condizioni inpensabili (acqua salmastra, acqua carente di Ossigeno, temperature estreme). Spesso capita di vedere i loro bozzoli verdi o marroni scuri posti sul fondo di fontane, laghetti, o anche secchi e sottovasi.

bozzoli di Chironomus
bozzoli di Chironomus
foto di aqualandpetsplus.com

Per convincerli a deporre le uova in luoghi dove possiamo raccoglierli basta lasciare dei secchi scuri nel proprio giardino o sul balcone evitando che vi finiscano le foglie dentro. L'acqua deve invecchiare un pò e bisogna avere tanta pazienza, i segni della presenza delle larve di Chironomus come già detto sono dei bozzoli fatti di detrito sul fondo del contenitore. Per raccoglierli basta una siringa con un tubicino per areatore con il quale aspirare leggermente il bozzolo.

Chironomus appena raccolti
Chironomus appena raccolti

alcuni Chironomusraccolti cercano di ricostruirsi il bozzolo
alcuni Chironomusraccolti cercano di ricostruirsi il bozzolo

Una volta raccolti bisogna procedere alla pulizia per eliminare la gran parte del detrito che forma i loro bozzoli. In commercio ci sono dei passini molto efficaci, in mancanza di questi si può utilizzare una di quelle retine che si utilizzano per i confetti delle bomboniere. Per sciacquarli consiglio di utilizzare acqua dei cambi o altra, evitando l'acqua di rubinetto che potrebbe ucciderli, questo è molto importante perchè se li immattiamo in acquario vivi questi non inquineranno e rimarranno vivi finchè non saranno predati.

pulizia dei Chironomus
pulizia dei Chironomus

Ho provato ad effettuare la pulizia del detrito anche utilizzando una siringa con un tubicino per areatore, aspirando l'acqua e spruzzandola sui bozzoli per disfarli, aspirando successivamente le larve che cominciano a nuotare contorcendosi. Quando questo sistema non ha funzionato ho anche provato a posizionare un bozzolo sulla mano e sciacquarlo ripetutamente con la siringa, devo dire che sono molto resistenti  e bisogna fare attenzione a non uccidere la larva.

pulizia manuale dei Chironomus
pulizia manuale dei Chironomus

Chironomus puliti e pronti per essere inseriti in vasca
Chironomus puliti e pronti per essere inseriti in vasca


7 novembre 2014

Allevamento della Moina, prima esperienza

Finalmente dopo una lunga attesa sono giunto in possesso di 10000 uova di Moina, ho fatto schiudere le prime 5000 in una ciotola con 5 cm di acqua (ph 7.5 GH 12 KH 8 circa a temperatura 22°C). Il giorno ho utilizzato la luce del sole lasciando la ciotola sul davanzale della finestra, la notte ho utilizzato una piccola lampada da scrivania da 20W per non far scendere sotto i 20-22°C. Dopo 3 giorni le uova si sono schiuse, ho atteso 8 ore e ho cominciato a separare parte delle Moina che si accumulavano in un angolo dove potevo raccoglierle senza prendere le uova.

nota: io utilizzo l'acqua del pozzo tagliata con acqua d'osmosi, potete tranquillamente utilizzare l'acqua del rubinetto (anche senza tagliare con acqua 'osmosi) a patto di farla riposare 7 giorni in un secchio aperto, è importante non rischiare con meno giorni perchè la moina è molto sensibile al cloro o altri disinfettanti presenti in acqua.
Inoltre non utilizzo acqua dell'acquario, non voglio rischiare di raccogliere organismi che potrebbero nutrirsi di moina.

Ho messo le Moina in tre contenitori, due grandi da 10 litri e uno piccolo da 1 litro che avevo preparato da una settimana con acqua ph 7.5 GH 12 KH 8 ed ho cominciato ad alimentarle con 1/4 dell'alimentazione prevista.
Ho inserito delle Planorbarius nei contenitori da 10 litri, oltre a tenere pulito quando defecano rilasciano dei batteri che hanno nello stomaco e che le aiutano nella digestione, questi batteri sono un ottimo alimento per le moina. Come nutriente per le Moina e le Planorbarius ho lasciato qualche stelo di fieno nelle vasche da 10 litri.

Ho deciso di seguire le informazioni raccolte dal mio esperimento:  Valutazione di nutrienti per la coltura di organismi collettori aspiratori o filtratori e di utilizzare come alimento un mix di lievito di birra ed estratto di fieno per conigli.

Coltura di Moina da 1 litro
contenitore per mozzarelle da 1 litro
utilizzato per le Moina come coltura di emergenza

Dosaggio previsto per alimentare la Moina


1/4 di lievito di birra (circa 6 grammi) in una bottiglia da un litro con 500 ml di acqua d'osmosi e 500 ml di acqua del pozzo (il risultato è ph 7.5 GH 12 KH 8 in quanto ho utilizzato lo stesso rapporto per l'acqua delle colture). Il lievito si mantiene per 6-7 giorni in frigorifero facendo attenzione fin dalla preparazione a mantenerlo a basse temperature. Per evitare di far prendere caldo al lievito ho anche fatto raffreddare in frigorifero l'acqua nella bottiglia prima di metterci il lievito, la ho agitata e la ho rimessa in frigorifero. In qualsiasi momento evito di far prendere caldo al lievito utilizzato, soltanto quando prendo la quantità giornaliera lascio che questa riposi all'aria aperta.

Il dosaggio giornaliero previsto con molte Moina nei contenitori dovrebbe essere 35 ml per i contenitodi da 10 litri e 3.5 ml per quello da 1 litro.

Una manciata di fieno per conigli bollito al microonde ogni giorno in un bicchiere con acqua d'osmosi che distribuisco nei tre contenitori. Ne ho anche preparato un litro che tengo in una bottiglia chiusa, lo utilizzerò nei giorni in cui avrò poco tempo per la preparazione.

Fiocchi d'avena tritati al frullatore, ho creato una polverina che dovrei sciogliere in acqua e poi dosare ma essendo le colture non sufficientemente popolate ho paura che possa inquinare troppo, aspetterò e poi proverò soltanto su una delle tre colture.


Fieno bollito come alimentazione per Moina sp.
Fieno bollito come alimentazione per Moina sp.



Dosaggio al secondo giorno

Sto dosando circa al 50% o anche meno, valutando diversi fattori di crescita delle Moina e i tempi necessari per far tornare l'acqua trasparente dopo ogni volta che le alimento.

Contenitore A da 10 litri (è ben popolato)
15 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore B da 10 litri (è poco popolato, aveva una patina oleosa sulla superficie e ho deciso di metterci pochi esemplari per non rischiare un collasso della coltura)
5 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore C da 1 litro (ci sono una trentina di esemplari)
4 gocce tre volte al giorno di acqua con lievito
10 ml di infuso di fieno (5 ml due volte al giorno)

contenitore da 10 litri per coltura di Moina
contenitore da 10 litri per coltura di Moina

 Dosaggio al quarto giorno

Contenitore A da 10 litri (è ben popolato e ci sono molti nuovi nati di piccole dimensioni)
20 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore B da 10 litri (era quasi spopolato, ho aggiunto una ventina di esemplari)
10 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore C da 1 litro (ci sono una trentina di esemplari più i nuovi nati di piccole dimensioni)
10 gocce due volte al giorno di acqua con lievito
10 ml di infuso di fieno (5 ml due volte al giorno)

Dosaggio al sesto giorno

Contenitore A da 10 litri (è ben popolato e ci sono molti nuovi nati di piccole dimensioni)
20-35 ml acqua con lievito (ho notato l'acqua torbida, domani diminuisco il dosaggio)
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore B da 10 litri (sempre poco popolato ma ci sono nuovi nati)
10 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore C da 1 litro (ci sono una trentina di esemplari più i nuovi nati di piccole dimensioni)
10 gocce due volte al giorno di acqua con lievito
10 ml di infuso di fieno (5 ml due volte al giorno)

Dosaggio al'ottavo giorno

Ho notato troppo inquinamento quindi al settimo giorno ho fatto una pausa e ho soministrato soltanto l'infuso di fieno ma con dosaggio ridotto al 50%
All'ottavo giorno ho ripetuto il dosaggio del sesto giorno, ormai penso di aver trovato il giusto equilibrio. Bisogna soltanto far caso a non rendere l'acqua troppo opaca ed eventualmente fare una pausa (o in casi gravi anche diluire con acqua pulita).

Altre forme di alimentazione verranno sperimentate e riportate in successivi articoli.

5 novembre 2014

Legni in acquario

Rami e radici in acquario

A grandi linee le radici sono la soluzione migliore nella scelta dei legni che possono essere inseriti in acquario come arredi naturali, sono più resistenti all'acqua ed esteticamente più gradevoli rispetto ai classici legni provenienti dal fusto delle piante. Allo stesso modo i normali rami contengono una maggiore quantità di tannini e quindi hanno un grande valore aggiunto che però è solo temporaneo.
Vorrei ricordare che i tannini (che comunque col tempo spariranno con i cambi se non vengono reintegrati) sono molto importanti soprattutto nelle prime fasi della vita dell'acquario. I tannini sono un efficace ma innocquo antibatterico e fungicida. I legni che rilasciano tannini inoltre spesso rilasciano minerali in traccia e sostanze nutrienti per piante e pesci (e soprattutto detrivori come gamberetti o chiocciole), nel primo periodo se sono legni freschi su di essi si può fornire una patina biancastra su di essi, tutti gli abitanti della vasca ne vanno pazzi e se ne nutriranno avidamente.

Tutte queste caratteristiche devono essere considerate benefiche, per questo motivo i legni non dovrebbero mai essere bolliti o trattati per ridurne i tannini (a meno che queste procedure non siano necessarie per rendere il legno utilizzabile). Il consiglio che posso dare è se possibile di sciaquare soltanto i legni ed utilizzarli in modo naturale.

Attenzione: i tannini rilasciati dai legni possono causare un abbassamento del pH, questo abbassamento dura molto tempo e solitamente viene limitato con i cambi a meno che non si decida di reinserire tannini nell'acquario.

Durata delle radici in natura: una radice di un albero morto dura molto poco se rimane interrata e tende a sgretolarsi facilmente quando viene fatta essiccare (a meno che non sia rimasta immersa nell'acqua). Per questo motivo si può supporre che quando acquistiamo una radice questa provenga da un albero che è stato sradicato quando era ancora vivo e quindi è stato ucciso. Ho utilizzato il termine ucciso appositamente perchè voglio condividere non soltanto informazioni utili per l'acquariofilo, ma anche porre l'accento sulla questione morale soprattutto quando si tratta di deforestazione selvaggia e distruzione di ambienti naturali. Cercherò di raccogliere tutte le informazioni possibili sull'origine dei vari legni per acquario al fine di sconsigliare quelli che vengono raccolti a danno dell'ambiente naturale.

Differenza tra driftwood e bogwood:
Il driftwood è un legno che è rimasto alla mercede degli agenti atmosferici e ha galleggiato in un lago o mare per molto tempo, solitamente non viene considerato sicuro e trall'altro la raccolta è alquanto improponibile: immaginate una grande azienda mandare i suoi dipendenti in spiaggia a cercare i legni portati dalla marea. Possiamo dedurre che il termine driftwood è soltanto una trovata pubblicitaria (ed è un bene che lo sia perchè sarebbe poso sicuro per i nostri pesci se sitrattasse di driftwood originali).
Il bogwood è un legno che è rimasto sommerso in una palude in condizioni anaerobiche ed ha assorbito molte sostanze (spesso tannini ed acidi umici) dalla palude stessa e guadagnando una grande resistenza all'acqua. La raccolta di bogwood è improponibile e costosissima, immaginate le grandi aziende scavare nelle paludi alla ricerca di legni (che trall'altro verrebbero distrutti dalla potenza degli escavatori)
Anche in questo caso quindi il termine Boogwood è soltanto una trovata pubblicitaria, un Boogwood originale avrebbe un valore elevatissimo sia per la difficoltà di raccolta che per le migliori qualità come legno d'acquario.
Dovremmo diffidare da coloro che ci propongono questi legni come originali, molto più probabilmente sono legni raccolti e lavorati dall'uomo qualunque nome gli venga assegnato.

Vorrei inoltre fare una constatazione: abbiamo detto che i legni che ci vengono venduti non sono realmente ne driftwood ne bogwood, sappiamo che un legno che rimane all'aria in ambiente umido marcisce (sottobosco di una foresta), e sappiamo che anche una radice di un albero morto non resiste per molto tempo e deve essere dissotterrata velocemente. Da dove arrivano quindi questi legni? Beh non è difficile intuire che si tratta di piante che provengono da aree disboscate dove i legni vengono raccolti quando sono ancora freschi. Successivamente i legni vengono lavorati: con la sabbiatura si eliminano la corteccia e le impurità, poi vengono mantenuti in acqua per far rilasciare i tannini e successivamente essiccati e venduti (talvolta vengono soltanto sabbiati per poi essere direttamente venduti).

Legni acquistabili in negozio che possiamo utilizzare

Radici di Azalea (cerca con google immagini) che è presente anche nei nostri giardini come pianta ornamentale. L'origine è quasi sempre la Cina, le piante vengono scelte in modo selettivo lungo alcuni fiumi dove (dalle informazioni che ho potuto raccogliere) soltanto alcuni arbusti vengono estirpati.
Radici e legni di Manzanita (cerca con google immagini) se l'origine è certificata perchè potrebbe provenire da ambienti naturali disboscati illegalmente. Questa pianta proviene dal Nord America, la crescita rapida che caratterizza questo arbusto permette la raccolta del legno e delle radici senza che l'ambiente naturale venga devastato. In Italia non è molto utilizzato in ambito acquariofilo (anche se è presente ovunque come pianta da siepe) e potrebbe essere necessario acquistarlo online.



Da non utilizzare: legni la cui raccolta causa danni all'ambiente naturale

Il motivo per cui troverete in questa lista molti dei famosi legni utilizzati in acquariofilia è che i legni utilizzati sono quasi sempre residui della deforestazione, che vengono ottenuti con accordi con le grandi multinazionali che distruggono il nostro pianeta. L'acquisto di questi legni comporta quindi quasi sempre una forma di supporto per coloro che devastano le più importanti foreste mondiali con le conseguenze che ben conosciamo.

Legno di Sumatra (cerca con google immagini).  In Indonesia 30 milioni di ettari di foreste e torbiere sono destinate alla deforestazione selvaggia che causerà un'accelerazione dei cambiamenti climatici e probabilmente l'estinzione di centinaia di specie animali (tra cui l'Orango e la Tigre di Sumatra).
Old Black Wood (cerca con google immagini) venduto anche dalla ditta ADA. Deriva da duri alberi della Malesia che guardacaso è il paese con la maggiore deforestazione al mondo nel periodo dal 2000 al 2012 (fonte: news.mongabay.com: Malaysia has the world's highest deforestation rate).
Legno di Mopani (cerca con google immagini) venduto anche dalla ditta Amtra. Si pensa che la raccolta di questo legno possa essere causa di problemi per l'ambiente in Africa a causa della deforestazione. Inoltre questi alberi hanno una crescita molto lenta e anche se ripiantati necessiterebbero di diversi secoli per tornare alle dimensioni attuali.
Midori Driftwood (cerca con google immagini). Come per il legno di Sumatra e l'Old Black Wood si tratta di legni provenienti da Malesia e Indonesia, ambienti che subiscono una deforestazione selvaggia.
Legno di Manila (cerca con google immagini) venduto anche dalla ditta Amtra. Nelle Filippine la deforestazione delle montagne circostanti sta causando gravi problemi di allagamento. Numerose sono le vite umane spezzate dalle alluvioni, incalcolabili i danni all'ambiente.
Opuwa aquarium root (cerca con google immagini). Opuwo è una città della Namibia famosa per l'esportazione di questi legni che vengono utilizzati a vari scopi, la raccolta avviene in modo devastante per la natura senza alcun progetto di conservazione dell'ambiente.
Guinea wood commercializzato anche dalla ditta Amtra. La Nuova Guinea è a rischio deforestazione e guardacaso la maggiorparte delle concessioni sono state assegnate al più grande esportatore di legname proveniente dalla Malesia.


Per maggiori informazioni sulle piante a rischio estinzione:
Lista dei legni provenienti da piante che sono a rischio estinzione.

Da non utilizzare: legni pericolosi per l'acquario

Secondo l'Epa non si dovrebbe mai bruciare il Driftwood proveniente dal mare in quanto rilascerebbe sostanze tossiche. Non so se questo possa avere un significato in ambito acquariofilo, l'unica certezza che abbiamo è che un legno può assorbire gli idrocarburi che inquinano i mari e quindi potrebbe essere poco sicuro.

Lista dei legni tossici o che possono causare allergie all'uomo, questi legni sono sconsigliabili in acquario a meno che non si abbiano certezze sul fatto che non rilasceranno sostanze tossiche.

Legni raccolti in natura, quali utilizzare e come prepararli

Il primo accorgimento necessario nella raccolta di legni in natura è quella di evitare qualsiasi fonte di potenziali veleni. Bisogna quindi scartare tutti i legni che provengono da strade (soprattutto se trafficate), luoghi dove vengono utilizzati pesticidi o altre sostanze velenose soprattutto se volatili (ad esempio luoghi in cui si pratica la disinfestazione per le zanzare). Una ulteriore accortezza è quella di scortecciare il legno (cosa che va fatta comunque per evitare un eccessivo rilascio di sostanze inquinanti in acquario), con questo sistema si possono eliminare inquinanti che si sono depositati soltanto superficialmente.

Queste informazioni sono prese dal web e non c'è alcuna garanzia sul fatto che siano veritiere, si consiglia di cercare ulteriori fonti e di consultare il Wood Database per verificare che i legni scelti non siano tossici e che abbiano una consistenza sufficiente ad impedirne il veloce degrado in acqua.

Ricordate che un legno o una radice si deteriorano se rimangono esposti all'acqua o all'umidità e nello stesso momento restano a contatto con l'aria (e quindi con l'ossigeno). Il modo migliore per trattare un legno è lasciarlo asciugare al sole o lasciarlo immerso in acqua (dipende dal tipo di legno).


Sono da evitare:
gli alberi con linfa lattiginosa (come il fico)
gli alberi molto aromatici (come l'alloro o l'eucaliptus)
gli alberi con resine molto aromatiche (le conifere come il pino)

nota bene:
alcune piante che sono sconsigliate possono essere utilizzate in determinate situazioni, ad esempio per il pino (ed immagino anche le altre conifere) si ritiene che sia sufficiente immergerlo per almeno 8 mesi dopo averlo fatto essiccare. Ho anche letto che l'eucaliptus può essere utilizzato dopo alcuni anni di essiccatura. Insomma probabilmente con certe accortezze la lista delle piante utilizzabili può ingrandirsi notevolmente.

Lista di piante i cui legni sono potenzialmente utilizzabili in acquario:

Querce
Castagno
Tasso
Acero
Frassino
Olmo
Noce
Faggio



Link utili e bibliografia

Tool di google per visualizzare la deforestazione nel mondo
Powered by Google, high resolution forest map reveals massive deforestation worldwide

Lista dei legni e delle loro caratteristiche
Wood Database

Informazioni sui legni utilizzati in acquario
Bogwood - The Aquarium Wiki

4 novembre 2014

Boicotta il colore artificiale

Premessa, come vengono colorati artificialmente i pesci.

Talvolta i pesci vengono colorati tramite ormoni che vengono assimilati durante l'alimentazione, ma il colore dura ben poco e sbiadisce con il tempo. L'utilizzo di ormoni causa spesso gravi problemi alla salute dei pesci che hanno altissime possibilità di morire entro pochi mesi.

Talvolta i pesci sono stati colorati con una iniezione (fatta con una comune siringa di piccole dimensioni), e qui la storia diventa ancora più cruenta. Sul web si narra di sfruttamento minorile,argomento che non voglio approfondire perchè non è nelle tematiche di questo blog (vi fornirò comunque dei link dove se ne parla).
I pesci che riescono a sopravvivere al crudele trattamento non sono molti, stime ottimistiche parlano di un 50% di pesci morti nei primi 30 giorni dopo il trattamento. In ogni caso i pesci sopravvissuti sono vulnerabili a diverse infezioni ad opera di agenti patogeni che possono anche protrarsi nel tempo, portando malattie nei nostri acquari dove altre specie viventi possono essere infettate.

Cosa possiamo fare per boicottare il colore artificiale nei pesci?


Io quando entro in un negozio e vedo pesci colorati artificialmente faccio notare al negoziante che è eticamente immorale vendere quei pesci e che ha appena perso un cliente. Quando entro nei miei negozi di fiducia ogni tanto mi fermo a fare due chiacchiere, loro lo sanno benissimo che se mi fanno trovare una cosa del genere perdono un cliente. Inoltre quando si chiacchiera tra acquariofili di negozi colgo sempre per segnalare quei negozi che vendono pesci colorati artificialmente.

Dobbiamo prendere consapevolezza nel nostro potere di clienti, il passaparola è più efficace di quanto possa sembrare. E soprattutto dobbiamo pretendere un servizio all'altezza! Un negoziante deve essere preparato, informato, mantenere una certa etica, essere onesto, tutto il contrario di molti negozianti senza scrupoli e senza un briciolo di conoscenza di quello che vendono. Abbiamo il diritto ed il dovere di non entrare nei negozi che non ci garantiscono uno standard qualitativo e soprattutto non possiamo acquistare da negozianti di cui non possiamo fidarci.

Tu ti fideresti di un negoziante che è disposto a venderti un pesce colorato artificialmente e che morirà probabilmente in pochi mesi diffondendo la malattia agli altri pesci nel tuo acquario?

Quali altre fregature di cui non siamo a conoscenza è disposto a darti quel negoziante?

Ci sono tanti motivi per cui puoi cambiare negozio quando vedi queste cose, basta sceglierne uno.


Ringrazio acquariofiliaconsapevole.it per aver promosso con convinzione questa campagna


Boicotta il colore artificiale
Boicotta il colore artificiale


Lista di alcuni siti che parlano del colore artificiale nei pesci d'acquario


Campagna di Acquarifilia Consapevole contro i pesci colorati artificialmente
Campagna di sensibilizzazione dei negozianti da parte di Practical Fishkeeping
Dyed Fish - articolo su Fishlore
Dyed Fish - articolo su wikipedia 
Painted Fish - articolo su Aquatic Community

Uova di zanzara in frigorifero

Ho letto su alcuni siti (non ricordo le fonti ma non importa molto) che a basse temperature le uova di zanzara non si schiudono e rimangono in una sorta di stasi vegetativa fino a che la temperatura non torna ad essere adatta allo sviluppo delle larve.
La prima cosa che ho pensato è stata quella di conservare le uova di zanzara in frigorifero per poterle riutilizzare al momento giusto alimentando poi le larve con una soluzione di quelle studiate nell'esperimento sui nutrienti per organismi aspiratori o filtratori.

uova e larve di zanzara
uova e larve di zanzara (foto di un precedente esperimento)


Ho raccolto in giardino delle uova appena deposte e le ho messe in un bicchiere con 3 cm di acqua raccolta dalla tinozza dove erano state deposte le uova. Ho chiuso il bicchiere con una pellicola trasparente e del nastro isolante e la ho etichettata in modo evidente (meglio evitare che qualche familiare getti via il mio esperimento...). Il bicchiere è stato lasciato per 10 giorni in frigorifero ad una temperatura di 4°C (definiamo questa temperatura come non stabile perchè il frigorifero viene aperto spesso, ma le variazioni dovrebbero essere poco significative).

Dopo 24-48 ore le uova si erano schiuse, determinando il fallimento dell'esperimento. Ho comunque portato avanti l'esperimento per verificare il comportamento delle larve a basse temperature. Molte larve sono morte (non tutte assieme, i decessi sono stati graduali e si sono verificati durante tutta la durata dell'esperimento). Circa quindici larve di zanzara sono sopravvissute senza però aumentare in dimensione.

Al termine dei 10 giorni ho aperto il bicchiere lasciandolo all'aria aperta a circa 20°C, dopo 3 giorni ho notato un lieve incremento delle dimensioni delle larve, non penso che il bicchiere contenga sufficiente nutrimento quindi è impossibile portare avanti l'analisi ma possiamo trarre delle conclusioni.

Conclusioni dell'esperimento "Uova di zanzara in frigorifero"

Le uova a 4°C si schiudono ugualmente, ma il metabolismo delle larve appena schiuse diminuisce drasticamente fino a bloccarne lo sviluppo. Quando la temperatura torna ad essere adatta allo sviluppo il metabolismo riprende il suo normale ritmo e le larve assorbono nutrienti aumentando di dimensione.

Quindi non possiamo conservare le uova in frigorifero ma conserveremo le larve con una percentuale di mortalità molto elevata. Questa percentuale di mortalità rende non conveniente la procedura

 Probabilmente è molto più semplice utilizzare delle colture con nutrienti poco efficaci per mantenere le larve in vita senza farle crescere velocemente, sicuramente la percentuale di mortalità sarà più bassa.

1 novembre 2014

Lemna

La Lemna viene detta lenticchia d'acqua, in lingua inglese Duckweed, letteralmente erbaccia delle anatre, nome che trova origine nel fatto che le anatre vanno pazze per queste piante molto nutrienti.

Lemna in natura
Lemna in natura
foto di Bart Wursten



Attualmente la sottofamiglia delle Lemnoideaee è inclusa nella famiglia delle Aracee

La sottofamiglia delle Lemnoideaee comprende i seguenti generi:
  • Landoltia
  • Lemna
  • Spirodela
  • Wolffia
  • Wolffiella

Nel genere Landoltia abbiamo la specie Landoltia punctata che è la nomenclatura binomiale di Spirodela punctata (la nomenclatura binomiale viene utilizzata per mettere in risalto alcune caratteristiche differenti dalle altre specie del genere Spirodela).


Nel genere Lemna abbiamo molte specie, ecco quelle presenti in Italia:
  • Lemna aequinoctialis
  • Lemna gibba
  • Lemna minor
  • Lemna minuta
  • Lemna paucicostata
  • Lemna trisulca
  • Lemna valdiviana

Nel genere Wolffiella abbiamo una decina di specie di cui la Wolffiella gladiata è forse la più interessante (vedi su google) (Wolffiella su wikipedia)

Nel genere Wolffia abbiamo le piante da fiore più piccole della terra (vedi su google)
Wolffia arrhiza è presente in Italia

Nel genere Spirodela abbiamo quattro specie, delle quali in Italia sono conosciute la Spirodela polyrhiza e la Spirodela punctata


Lemna gibba
Lemna gibba (caratterizzata dalla gibbosità inferiore)
foto di Bart Wursten

 Utilizzo della Lemna come alimento


Il motivo che mi ha spinto a parlare dell Lemna è che essa può essere utilizzata come alimento. Per molte specie animali in vari ambiti zoologici questa pianta è una valida alternativa alimentare a costo zero, anzi spesso si può sfruttare la Lemna anche nella purificazione delle acque prima che come alimento. In ambito acquariofilo viene spesso utilizzata proprio per la capacità di ridurre gli inquinanti, ma non bisogna dimenticare che molti pesci possono nutrirsene. Riporto alcuni dati presi dal web sull'utilizzo della Lemna come alimentazione, lascerò che essi parlino da soli sul potenziale di questa splendida pianta che dovrebbe essere sempre presente in tutti gli acquari.

Duckweed (Lemna polyrhiza) leaf meal as a source of feedstuff in formulated diets for rohu (Labeo rohita Ham.) fingerlings after fermentation with a fish intestinal bacterium
http://www.sciencedirect.com/
Utilizzando un batterio isolato dall'intestino di Cyprinus carpio la Lemna è stata fatta fermentare per migliorarne l'assimilazione e la digeribilità. Nella dieta dei Labeo rohita è stato verificato che è possibile utilizzare un 30% di Lemna fermentata con il batterio al posto del 10% di farina

Performance of broiler chickens fed diets containing duckweed (Lemna gibba)
http://journals.cambridge.org/
Alimentando polli da carne con Lemna è stato verificato un evidente aumento di peso e un miglioramento nella colorazione, è stato verificato anche che può essere utilizzato un 15% di Lemna come alimentazione.

Use of duckweed (Lemna spp) as replacement for soya bean meal in a basal diet of broken rice for fattening ducks
http://www.lrrd.cipav.org.co/
Una valutazione delle proprietà nutritive della Lemna nei confronti di sementi a base di riso o di soia nell'allevamento di anatre da ingrasso. Gli studi effettuati dimostrano la possibilità di utilizzo della Lemna come unico alimento al posto degli altri due presi in considerazione.

Use of Duckweed (Lemna perpusilla) as a Protein Source Feed Item in the Diet of Semi-Scavenging Jinding Layer Ducks
https://www.jstage.jst.go.jp/
Un esperimento di 75 giorni per la sostituzione nell'allevamento di anatre di un integratore alimentare a base di olio di senape con la Lemna. Sono stati verificati una leggera diminuzione di peso (max 5% di peso in meno) ed un piccolo incremento nella deposizione di uova (max 1% di deposizioni in più) che possono essere giustificate da una soddisfacente riduzione nei costi di allevamento

The application of multielemental analysis in the elaboration of technology of mineral feed additives based on Lemna minor biomass
http://www.sciencedirect.com/
In questo studio è stato possibile verificata la capacità di bioassorbimento e bioaccumulo di microelementi (Mn, Zn, Cu, Cr) da parte di Lemna minor. Lo scambio ionico è risultato l'unico processo attraverso il quale avviene il bioassorbimento. I microelementi vengono scambiati principalmente con K, Ca, Mg (da segnalare che però K, Ca, Mg non vengono rilasciati dalla biomassa). Questi risultati sono molto importanti nell'ottica dell'utilizzo di Lemna minor in ambito alimentare come integratore di microelementi.

Duckweed - a potential high-protein feed resource for domestic animals and fish
http://www.lrrd.cipav.org.co/
Rispetto alla maggior parte delle piante, le foglie della Lemna hanno poca fibra (5% sul secco) in quanto non devono sostenere la pianta. Questo le rende molto più digeribili di soia, riso, o mais, in cui circa il 50% della biomassa è in forma di fibre. La Lemna può raddoppiare la propria massa in un breve periodo che va dalle 16 ore ai 2 giorni a seconda della disponibilità di nutrienti, della luce del sole, e della temperatura dell'acqua.
Il contenuto di nutrienti e di fibre di una foglia di Lemna dipendono alle condizioni di crescita della Lemna, in condizioni ideali si può arrivare ad 40% di proteine grezze.
Questo rende la Lemna un alimento ideale per l'alimentazione nelle specie allevate, in particolare nella dieta dei pesci.

Posizione della Lemna in acquario

Il problema più grande della Lemna in acquario è che impedisce alla luce di raggiungere il fondo e di illuminare tutte le piante, esistono vari sistemi per limitarne la crescita soltanto in alcune zone della superficie quindi non mi dilungherò molto su questo argomento. Diciamo che l'ideale sarebbe una area rettangolare da fissare sui lati dell'acquario dove non vi è la necessità di far passare la luce. Un recinto in plexiglass posto lateralmente penso che sia la soluzione migliore, meglio ancora se si tratta di una struttura galleggiante ormeggiata sul lato corto dell'acquario. Sfruttando la rifrazione della luce possiamo ricavare uno spazio sufficiente a tale scopo, ho provato a creare una immagine per far capire la zona che ci interessa:

posizione ideale della lemna in acquario
posizione ideale della lemna in acquario

Specie in mio possesso

Sono disponibile a scambiare con altre specie, in particolare sono alla ricerca di Wolffia arrhiza, Lemna gibba, Wolffiella gladiata

Landoltia punctata (Roberto Pellegrini che me la ha fornita ha detto: "solo in estate e in pieno sole, l'ho vista puntinarsi e abbronzarsi un pò di rosso")

Landoltia punctata (Spirodela punctata)
Landoltia punctata (Spirodela punctata)


Lemna minor

Lemna minor
Lemna minor

Lemna trisulca

Lemna trisulca
Lemna trisulca

Lemna sp. probabile Lemna valdiviana o Lemna minuta (Roberto Pellegrini che me la ha fornita ha detto: "Potrebbe essere la aequinoctialis o, forse, la valdiviana" ma mi sento di escludere la aequinoctialis e inserire la minuta come seconda possibilità)

Lemna sp. (probabile Lemna valdiviana o Lemna minuta)
Lemna sp. (probabile Lemna valdiviana o Lemna minuta)


Spirodela polyrhiza

Spirodela polyrhiza
Spirodela polyrhiza


Ringrazio Roberto Pellegrini che oltre a fornirmi diverse piante tra cui alcune specie di Lemnoideaee si è sempre dimostrato molto disponibilea dare informazioni.
http://areapalustre.it/roberto-pellegrini/

Bibliografia
L'unico sito che ho trovato e che fornisce informazioni interessanti sulle Lemnoideaee:
http://waynesword.palomar.edu/1wayindx.htm

Immagini: alcune immagini sono state fornite da Bart Wursten (https://www.flickr.com/photos/zimbart/)