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19 ottobre 2014

Anodonta e Unio in acquario

Analisi delle problematiche che possono essere riscontrate nella detenzione di Unionidae in acquario o in laghetti esterni.



Anodonta e Unio sono mitili d'acqua dolce della famiglia delle Unionidae, appartengono a questi due generi moltissime specie distribuite in tutto il mondo. In campo acquariofilo (soprattutto per quel che concerne i laghetti esterni) sono molto conosciute e spesso utilizzate per la loro fama di filtratori. Purtroppo si tende ad associare la loro caratteristica di alimentarsi filtrando l'acqua all'azione del filtro meccanico/biologico che viene utilizzato in acquariofilia: Troppa confusione e i soliti esperti che parlano a vanvera creano moltissima confusione rischiando di compromettere gli acquari dei meno esperti. Diciamo subito che non è pensabile sostituire il filtro con degli esemplari di Unionidae ed il risultato è decisamente diverso da quello che ci si potrebbe aspettare. Cerchiamo quindi di chiarire alcuni aspetti generali che dovreste conoscere prima di acquistare questi molluschi.

probabile Anodonta anatina
probabile Anodonta anatina
foto di Bas Kers (NL) https://flic.kr/p/hDNjb2

Alimentazione delle Anodonta e delle Unio


Le Unionidae si nutrono di materiale organico particellato (quindi soltanto materiale organico che ha dimensioni ridotte) ed in gran parte di fitoplancton (che a parte rare eccezioni è quasi totalmente assente negli acquari). Inoltre molte Uninidae si nutrono soltanto di particelle o fitoplancton di una certa dimensione. Possiamo inoltre affermare che sia necessaria una seppur leggera corrente che trasporti questi nutrienti all'interno del mollusco che talvolta non è capace di provvedere da solo alla circolazione dei nutrienti. 
Ecco quindi che le difficoltà di allevamento sono elevate, ed in assenza di fitoplancton l'alimentazione delle Unionidae sarà ulteriormentecompromessa e probabilmente si giungerà alla morte prematura dell'esemplare. Detto ciò, se vogliamo utilizzare il materiale organico come alimento sarà necessario far si che questo venga ridotto alla giusta dimensione (particellato o perticolato che dir si voglia) e resti in sospensione nell'acqua creando una leggera circolazione sul fondo affinchè possa essere filtrato dalle Unionidae.

Insomma, non possiamo aspettarci che questi poveri bivalvi si mettano a razzolare sul fondo raccogliendo tutto quello che trovano come degli spazzini, ne tantomento che riducano l'ammonio e i nitriti presenti, bensì dovremmo creare una situazione dove un mix di materiale organico particellato e fitoplancton rimangano in sospensione (riducendo la visibilità dell'acquario, ovvero ottenendo l'effetto contrario a quello desiderato). Qualora mettessimo in pratica accorgimenti per ottenere questa situazione e l'acqua dovesse diventare limpida, vorrebbe dire che le Unionidae avrebbero utilizzato tutto il cibo disponibile e dovremmo di conseguenza inserirne altro (e quindi sporcare nuovamente l'acqua).

Meno critica è la situazione nei laghetti esterni dove grazie al grande carico organico e alla presenza di pesci che smuovono il fondo le Unionidae riescono a nutrirsi con maggiore facilità.

probabile Anodonta cygnea
probabile Anodonta cygnea
foto di gailhampshire https://flic.kr/p/aqb7Ez

Morte delle Anodonta e delle Unio in acquario


La causa più frequente della morte delle Unionidae in acquario è determinata dalla carenza alimentare, ma in alcuni casi le cause possono essere anche particolari condizioni chimico-fisiche o temperature eccessivamente elevate (alcuni esemplari, soltanto per fare un esempio, muoiono facilmente a temperature superiori ai 30 gradi, situazione che in alcuni casi può verificarsi in estate)

Il problema più grande in caso di morte di questi esemplari è che essendo sotterrati a volte non ci accorgiamo dell'accaduto ed iniziano ad inquinare l'acqua, portando alla morte di tutte le altre specie viventi che ospitiamo. Inoltre, poichè a volte raggiungono dimensioni notevoli, basta assentarsi pochi giorni (soprattutto in estate), per avere l'acqua inquinata in caso di decesso.

Questo aspetto è meno critico nei laghetti esterni con volume elevato dove l'inquinamento dovuto ad un solo esemplare deceduto non crea particolari problemi. Sarà comunque utile posizionare le Unionidae in luoghi facilmente ispezionabili al fine di controllarne periodicamente lo stato di salute soprattutto nei primi periodi dopo l'acquisto.

Riproduzione delle Anodonta e delle Unio


Le Unionidae si riproducono producendo uova (anche 200.000 per esemplare) che rimangono all'interno del genitore per un certo periodo. Successivamente vengono liberati in acqua i glochidi , ovvero delle larve che vivono come parassiti di pesci e talvolta di altri animali come le salamandre per circa 10-20 giorni (fino al completamento della metamorfosi). La durata della fase parassitaria varia a seconda di molti aspetti come la specie di mollusco che si è riprodotto, la temperatura e la specie di pesce ospitante. Si conoscono casi in cui alcuni glochidi riescono a passare tutto l'inverno nella forma incistata e anche casi di glochidi che si staccano da pesci morti o moribondi per cercare una nuova vittima. A completamento della metamorfosi il giovane bivalve esce dalla ciste ed inizia a condurre vita libera.
A seconda della specie i glochidi possono essere muniti o non muniti di un uncino con cui si attaccano al pesce ospitante (anche le specie i cui glochidi non sono muniti di uncino riescono ad attaccarsi al pesce), questa caratteristica ne modifica le modalità di penetrazione ma in ogni caso tutti riescono ad incistarsi.

Bisogna dire che non sempre i nostri acquari hanno le condizioni per favorire la riproduzione, e che non tutti i pesci vengono attaccati dai glochidi (talvolta i glochidi aderiscono al pesce per poi staccarsi dopo pochi giorni se non è la specie adatta. (ma in questo caso il danno è già fatto e vedremo successivamente il perchè).
Cosa succede quando i glochidi si incistano nella pelle (o sulle branchie) dei pesci?

Il glochidio si nutre provocando la rottura delle cellule tessutali del pesce ed assorbendo il contenuto cellulare (Jeong e altri, 1993). Questo aspetto è ancora più pericoloso in cattività piuttosto che in natura perchè i glochidi possono vagare nell'acquario (solitamente muoiono dopo alcuni giorni) dove hanno una maggiore possibilità di infettare tutti i pesci. Esemplari di pesci troppo deboli potrebbero non sopportare questo stress e morire in seguito ad una eccessiva presenza di glochidi incistati.

probabile Anodonta cygnea
foto di Mick E. Talbot https://flic.kr/p/8WmLRc


Effetti secondari della presenza di glochidi incistati sulla pelle o sulle branchie dei pesci


Una interessantissima lettura della ricerca sulle fasi del parassitismo nelle Unionidae mi ha portato a confermare i miei sospetti che tale parassitismo fosse soltanto una concausa dei rischi di mortalità per i pesci in acquario. Per l'esattezza si tratta di "Phases in the Parasitism of the Unionidae" (capitolo "sources of loss" a pagina 80) scritto da Arthur D. Howard e Barry J. Anson (1922).

Ricordiamoci che spesso i pesci che alleviamo sono deboli a causa di:
- Perdita di caratteristiche genetiche legate alla resistenza ad aspetti patogeni dovuta all'allevamento in cattività
- Maggiore efficacia di aspetti patogeni dovuta all'ambiente limitato
- Sbalzi di temperatura, alimentazione non corretta, ed altre problematiche dovute alla gestione

Nella loro ricerca Arthur D. Howard e Barry J. Anson hanno verificato che riproducendo una infezione hanno ottenuto il 100% di pesci infettati mentre in natura soltanto il 3.5% di 674 pesci esaminati, questo è già un dato importante per capire la pericolosità di una riproduzione in acquario.
Ma il dato interessante è l'elevatissimo numero di pesci tenuti in acquario che muoiono a causa di agenti patogeni che approfittano delle ferite causate dai glochidi per penetrare le difese dei pesci (ed ecco perchè anche i glochidi che si staccano dopo pochi giorni per aver infettato un pesce non idoneo sono potenzialmente pericolosi).
In particolar modo Arthur D. Howard e Barry J. Anson hanno riscontrato tra le principali cause di morte:
Saprolegnia (Micosi)
Bacillus columnaris (Flavobacterium columnare)
Ichthyopthirius (conosciutissimo in ambiente acquariofilo come ictio)

Considerazioni


Esistono tantissime specie di Unionidae, e non tutte producono glochidi che infetteranno i nostri pesci perchè questi possono essere ospitati soltanto da alcune specie di pesci, ma sapere esattamente che specie di Uninidae stiamo per comprare e quali pesci verranno infettati è a dir poco impossibile quindi spesso possiamo soltanto affidarci alla sorte. Inoltre dobbiamo considerare il fatto che nella maggiorparte dei casi gli acquariofili non danno la colpa dei decessi alle Unionidae in quanto comunemente malattie come ictio e micosi vengono associate ad altre cause. Questo ci fa capire quanto l'argomento sia altamente sconosciuto ma certamente i rischi ci sono.

In natura le cose cambiano drasticamente: le correnti dei fondali permettono l'utilizzo di Unionidae per contrastare situazioni di eutrofizzazione come è stato già fatto anche in Italia, ed anche i problemi legati al parassitismo sono decisamente poco incidenti.


Le vongole d'acqua dolce del genere Corbicula sono molto più piccole delle Unionidae (raggiungono i 5 cm di diametro) e non hanno una fase nella quale vivono come parassiti, sono quindi molto meno rischiose delle sorelle maggiorni. Ne esistono differenti specie che possono in taluni casi sopravvivere anche all'esterno.
Anche per le Corbiculidae come per le Unionidae resta il problema dell'alimentazione, quindi a meno che non allestite un acquario specifico è probabile che queste muoiano molto presto.


Vi ricordo (per coloro che a seguito dell'articolo volessero liberarsi dei molluschi che hanno acquistato) che liberare in natura qualsiasi animale detenuto in allevamento è vietato dalla legge italiana (oltre che maledettamente immorale) in quanto:
- Potrebbe portare nuovi agenti patogeni che possono riprodursi e contaminare la natura.
- Potrebbe riprodursi e sostituire le specie locali causando danni all'ambiente.

Bibliografia e letture consigliate


Jeong, K. H., Min, B. J. & P. R. Chung. (1993). "An anatomical study of the glochidium of Anodonta arcaeformis". Malacological Review 26: 71-79.

Lefevre, G. And Curtis, W. C.(1910). “Reproduction and parasitism in the Unionidae”. J.exp. Zool., 9: 79 – 115.

Allen, W.R. (1914). “The food and the feeding Habits of freshwater mussels”. Biological Bulletin. 27, p. 127-147.

Arthur D. Howard and Barry J. Anson (1922). "Phases in the Parasitism of the Unionidae"

Paolo Berni, Silvia Bitossi, Marianna Salvato e Jacopo Salviati (2002). "Sistemi ecosostenibili di allevamento della Sinanodonta Woodiana"(Lea, 1834)

Taizo MIURA, Toshiyuki YAMASHIRO (2009).  Size Selective Feeding of Anodonta calipygos, a Phytoplanktivorous Freshwater Bivalve, and Viability of Egested Algae

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Progetto N. 48 del Programma Provinciale di Interventi Ambientali dell’Asse Strategico 2 - Popolazione, risorse naturali e agricole: sostenibilità dei modelli insediativi e di uso del territorio